Mitico! Il Cavaliere regalerà la sua faccia insanguinata dopo l’aggressione di Tartaglia portandola su un manifesto sei per tre, una gigantografia divisa in due sezioni, da esporre nelle città italiane: di lato lo slogan “L’amore vince sull’odio”, sull’altra metà del manifesto ci sarà il volto tipo mummia semisfasciata e altro slogan “Basta con le fabbriche dell’odio”. Goebbels si rigirerà nella tomba per la rabbia di non averla avuta lui una idea così geniale dal punto di vista propagandistico. Però una cosa del genere si presta a varie interpretazioni da parte dei meno attenti e potrebbe gettare un fascio di luce poco gradevole sull’immagine del nostro amato Premier. Uno vede la faccia appena colpita e sanguinante e legge lo slogan “L’amore vince sull’odio”, a vederla così si direbbe il contrario, a meno che lui non rappresenti l’odio e Tartaglia (che non appare) rappresenti l’amore. L’immagine e lo slogan potrebbero essere interpretati dai meno attenti anche come il risultato di un incontro tra il Premier e la ex consorte Veronica Lario che recentemente ha chiesto una cifra astronomica al nostro Premier. Passando all’altra metà del manifesto c’è il rischio che qualche sindacalista, esclusa la Polverini che sta a catena come un cane docile e innocuo con la sua UGL, potrebbe arrabbiarsi e dichiarare lo sciopero generale visto che di fabbriche chiuse già ne abbiamo parecchie. L’idea del PDL come partito dell’amore non è male in fondo, però neanche originale se vogliamo; Cicciolina ci provò ma si accorse che quello che voleva fare lei già lo facevano i deputati per conto loro. Al massimo lei poteva partecipare alla grande ammucchiata. Se fossi Bersani farei un contro-manifesto con la faccia di Tartaglia dopo la cattura e di lato la frase “ Ti sei preso Palazzo Chigi a Roma? Adesso prenditi pure il Duomo di Milano!” Povero Tartaglia, con un gesto del genere che ha portato una sana ventata di “riflessione e apertura al dialogo” il Cavaliere non gli riconosce neanche un euro per i diritti d’autore. Non si preoccupi! L’anno prossimo gli daranno il Premio Nobel per la pace, lo danno a tutti ormai.
Claudio Pompi